Nel crepuscolo del XIX secolo, quando il mondo era ancora immerso nell'ombra del carbone e dell'olio, un giovane uomo dai tratti severi e dallo sguardo febbrile attraversò l'Atlantico con una valigia mezza vuota, qualche schizzo di idee e una lettera che avrebbe cambiato la storia dell'energia. Si chiamava Nikola Tesla, e nella sua mente ribolliva un futuro fatto di luce e vibrazione, un mondo connesso da invisibili correnti d'aria elettrica.
Nikola Tesla nacque nel 1856, a Smiljan, un villaggio dell'attuale Croazia, allora parte dell'Impero austro-ungarico. Era figlio di un sacerdote serbo-ortodosso, Milutin Tesla, e di Duka Mandic, una donna senza istruzione formale ma dotata di un ingegno raro: costruiva da sé strumenti domestici e piccoli meccanismi, e da lei Nikola ereditò il talento per l'invenzione.
Fin da bambino, Tesla fu un essere sensibile e visionario. Raccontava di essere tormentato da lampi di luce improvvisi, accompagnati da immagini nitide e involontarie che apparivano nella sua mente come proiezioni reali, un fenomeno che oggi chiameremmo sinestesia o allucinazione eidètica. Queste visioni gli permettevano, diceva, di progettare intere macchine nella mente e di farle "funzionare" senza mai toccare un foglio o un attrezzo.
La sua infanzia fu segnata da un trauma profondo: la morte del fratello maggiore, Dane, in un incidente con un cavallo. Da quel giorno, Nikola divenne taciturno, perseguitato da sogni e da un senso di missione quasi mistica. Disse una volta: "Ho ereditato la determinazione di mio padre e l'immaginazione di mia madre."
Dopo aver studiato ingegneria a Graz e a Praga, Tesla si appassionò alle teorie sul campo magnetico rotante, che lo portarono a concepire il motore a corrente alternata, un'idea rivoluzionaria in un'epoca in cui l'elettricità era ancora un lusso per pochi. Lavorò in varie compagnie elettriche in Europa, a Budapest e a Parigi, ma il suo spirito inquieto guardava già oltre l'oceano: l'America, la terra dove tutto sembrava possibile.
Nel 1884, a 28 anni, Tesla sbarcò a New York con soli quattro centesimi in tasca, un taccuino di appunti e una lettera di raccomandazione indirizzata a Thomas Alva Edison, scritta dal suo ex datore di lavoro, Charles Batchelor.
"Conosco due grandi genii: uno siete voi. L'altro è questo giovane che avete davanti."
Fu sufficiente perché Edison lo assumesse alla Edison Machine Works. Tesla, entusiasta, si gettò nel lavoro, riprogettando i generatori per migliorarne l'efficienza. Edison gli promise 50.000 dollari di ricompensa se fosse riuscito a far funzionare il sistema meglio di prima. Quando Tesla vi riuscì e chiese il compenso, Edison rispose ironicamente: "Tesla, tu non capisci l'umorismo americano."
Deluso, Tesla si licenziò. Iniziò allora la leggenda del genio ribelle.
Per mesi egli sopravvisse svolgendo lavori umili, poi incontrò George Westinghouse, un imprenditore più aperto alle novità, che credette nella sua corrente alternata (AC). Insieme essi diffusero il sistema di corrente alternata trifase che oggi alimenta le nostre città. Quando Westinghouse, travolto dai debiti, rischiò la bancarotta, Tesla con un gesto di disarmante nobiltà strappò il contratto che gli avrebbe garantito milioni di dollari in royalties.
La "Guerra delle correnti"
Per screditare il sistema a corrente alternata, Edison mise in scena dimostrazioni pubbliche crudeli: uccise con scosse elettriche numerosi animali, persino un elefante da circo di nome Topsy (episodio spesso confuso con "Jumbo"), per mostrare quanto fosse "pericolosa" la corrente alternata. Ma nel 1893, la vittoria fu sancita: Westinghouse e Tesla illuminarono l'Esposizione Universale di Chicago con il loro sistema a corrente alternata, incantando il pubblico con migliaia di lampadine che brillavano come stelle artificiali. Due anni dopo, nel 1895, essi costruirono la centrale idroelettrica presso le Cascate del Niagara, la prima al mondo capace di trasmettere energia su lunga distanza.
Nel suo laboratorio di New York, Tesla lavorava ad invenzioni che aprirono la strada alle tecnologie dei nostri tempi. Oltre all'intero sistema a corrente alternata monofase e trifase inventò il motore a induzione e le lampade al neon, e nuovi strumenti per le sue ricerche: volendo indagare il comportamento della corrente a frequenze e tensioni sempre più elevate sviluppò la Bobina di Tesla, capace di produrre tensioni di milioni di Volt che lo portò ad imbattersi nella trasmissione a distanza di informazioni ed energia.
Tra gli amici che frequentavano il laboratorio vi era Mark Twain, che trovava in Tesla un interlocutore ideale. Lo scrittore, affascinato dall'elettricità e dalle invenzioni, trascorreva ore tra le bobine e gli esperimenti. In un'occasione, Tesla gli mostrò una pedana vibrante che serviva a stimolare la circolazione. Twain vi salì sopra e, dopo qualche minuto, dovette correre via trafelato: la macchina aveva un effetto collaterale piuttosto immediato sul sistema digerente. Tesla rise, e Twain rise con lui, due geni diversi ma uniti dal piacere del meraviglioso.
Già dal 1893, nelle sue conferenze, aveva descritto dettagliatamente un sistema di trasmissione e ricezione di segnali senza fili, basato su oscillatori, antenne e riceventi accordate, componenti che sarebbero diventati fondamentali per la radio. Nel 1897 depositò i brevetti per la trasmissione di segnali wireless, precedendo Guglielmo Marconi di diversi anni.
Nel 1898, stupì il pubblico al Madison Square Garden presentando un piccolo battello radiocomandato, il primo veicolo controllato a distanza nella storia. Nessuno gli credette: molti pensarono che ci fosse un trucco, qualcuno nascosto a bordo. Ma Tesla, con un sorriso enigmatico, dichiarò che un giorno "gli uomini controlleranno macchine e armi a distanza grazie alle onde invisibili".
Tuttavia, nel 1901, Marconi riuscì a trasmettere il primo segnale transatlantico e nel 1909 ricevette il Premio Nobel per la Fisica. Tesla, pur convinto della priorità dei suoi brevetti, non mosse causa: credeva che la verità scientifica si sarebbe imposta da sé e soprattutto riteneva la radio meno importante del suo principale progetto: un sistema di trasmissione wireless della potenza, con cui far funzionare elettrodomestici e mezzi di trasporto senza fili ovunque nel mondo.
Con il sostegno del potente J.P. Morgan, Tesla iniziò la costruzione della torre di Wardenclyffe a Long Island che nei suoi piani sarebbe stata la prima stazione di trasmissione del suo sistema di distribuzione wireless dell'energia elettrica, ma quando Morgan comprese che il progetto non avrebbe prodotto profitto, ritirò i finanziamenti. Senza mezzi, Tesla fu costretto ad abbandonare il cantiere. La torre, mai completata, fu smantellata nel 1917.
Negli ultimi decenni della sua vita, Tesla visse in solitudine, sempre più isolato. Continuava a scrivere, a progettare, a ricevere visitatori illustri, ma la sua fama si era offuscata. Si trasferì in una stanza del New Yorker Hotel, in cui nutriva piccioni, tra cui uno bianco con cui diceva di condividere "un legame dell'anima".
Morì il 7 gennaio 1943, a 86 anni. Poco dopo, l'Office of Alien Property Custodian, su ordine del governo degli Stati Uniti, perquisì la sua stanza e sequestrò i suoi documenti e progetti (fonte: FBI Vault Nikola Tesla, 1943). Molti furono restituiti alla famiglia, ma alcuni secondo biografi come John J. O'Neill (Prodigal Genius, 1944) e Marc J. Seifer (Wizard: The Life and Times of Nikola Tesla, 1996) non furono mai ritrovati.
Tra i suoi appunti si trovava anche un disegno di una "macchina volante silenziosa", basata su principi elettromagnetici che oggi ricordano quelli dei moderni droni o velivoli VTOL.
Ironia della sorte, pochi mesi dopo la sua morte, la Corte Suprema degli Stati Uniti riconobbe che Marconi aveva utilizzato circuiti brevettati da Tesla, restituendogli la paternità morale della radio.
La sua impronta attraversa ancora la nostra vita quotidiana: la corrente alternata che illumina le nostre case, i motori a induzione che muovono fabbriche e veicoli, la radio e le telecomunicazioni wireless, le lampade al neon e i trasformatori, fino alle moderne reti elettriche e ai satelliti. Ogni volta che premiamo un interruttore o accendiamo un motore, un frammento del sogno di Tesla si accende con esso.
Come sarebbe stato il nostro mondo se fosse riuscito nel suo intento di dare energia libera a tutti, non possiamo saperlo, ma sicuramente la nostra civiltà sarebbe stata guidata da valori molto diversi.